La sicurezza nell’immersione in apnea

La sicurezza è uno degli aspetti più importanti in tutte le discipline, specialmente nell’apnea in quanto classificata tra gli sport estremi.
Solitamente nella stagione estiva si possono verificare il maggior numero di incidenti questo perché la temperatura dell’acqua aumenta e di conseguenza anche le quote operative. Una delle principali regole per evitare gli incidenti è il sistema di coppia, mai immergersi da soli, prima di entrare in acqua è bene chiedere al compagno quali saranno le profondità raggiunte in modo tale da verificare se è una profondità alla portata e in caso non lo fosse entrambi dovremo rispettare i metri concordati.

Segnaliamo sempre la nostra presenza in acqua con una boa avente colore rosso e bianco con relativa bandiera per evitare di essere travolti dalle imbarcazioni, assicurandoci prima che le nostre condizioni fisiche e il meteo di quel giorno siano tali da poter affrontare l’apnea. Se siamo raffreddati oppure non ci sentiamo bene meglio rinunciare.

Prima di esporvi una delle tecniche di sicurezza in immersione spiegherò brevemente come funziona il nostro apparato respiratorio

L’atto respiratorio è di fondamentale importanza per ossigenare e mantenere in vita tutti gli organi, questo avviene con un ciclo che inizia dalla bocca; inspirando si fa entrare aria attraverso la bocca, (“l’aria” è una miscela di gas formata da un 21% di ossigeno, 78% di azoto e circa l’1% da altri gas) passando dalla cavità orale (nel nostro caso con snorkel) attraverso la faringe, laringe, trachea bronchi e bronchioli arrivando così ai nostri polmoni costituiti a loro volta da alveoli polmonari e la pleura interna ed esterna al cui interno vi è presente il liquido pleurico. Il nostro ciclo respiratorio è continuo, il numero di atti respiratori (inspirazione – espirazione) è di 12/20 atti respiratori al minuto c.a (adulti), se dovessimo “tirare” l’apnea più del dovuto si innescherà un procedimento di “autodifesa” chiamato contrazioni diaframmatiche.
I nostri polmoni sono adagiati sopra al diaframma (muscolo a forma di cupola), questo divide la cavità toracica da quella addominale, ad ogni atto respiratorio il diaframma si alza e si abbassa, in caso di un eccessivo abbassamento di ossigeno il nostro cervello cerca di “richiamare” dai polmoni aria utile per ossigenare lo stesso e di conseguenza contrae il diaframma che a sua volta cerca di “strizzare” spingendo aria dai polmoni verso l’alto per richiamare ossigeno.


Fonte immagine:Wikipedia

A questo punto se non arriva aria le contrazioni aumenteranno e se non respiriamo avviene così la “Samba” in poche parole una pre-sincope ove non si ha più il controllo motorio con relativi movimenti involontari a scatti. E’ un black out a livello respiratorio, non necessita massaggio cardiaco, al massimo delle insufflazioni o meglio bombola di ossigeno medico. Uno dei sistemi preventivi che sarebbe bene adoperare è quello di togliere lo snorkel dalla bocca ad ogni tuffo in modo tale da evitare uno svuotamento polmonare (tecnica utilizzata per svuotare polmoni dall’acqua in caso di intervento di primo soccorso) in caso di malore

Ecco come avviene una preparazione ad un tuffo e qual è l’efficacia in termini di sicurezza legati allo snorkel.
Dopo un rilassamento in posizione orizzontale prestiamo molta attenzione alla ventilazione, quando siamo pronti all’immersione inspiriamo, afferriamo con la mano lo snorkel e a quel punto lo sfiliamo dalla bocca serrando le labbra evitando così di far entrare acqua in bocca. Questa operazione di sicurezza è di fondamentale importanza in quanto se mantenessimo lo snorkel in bocca, una volta immersi, il nostro “tubo aeratore” si riempirebbe d’acqua e di conseguenza si innesca il meccanismo di “autoriempimento” dello stesso diventando così un conduttore diretto tra acqua e polmoni.
Andiamo ad analizzare le differenze di tuffo con snorkel e senza. Con snorkel in bocca durante la fase di immersione il tubo aeratore si riempie d’acqua e come detto diventa un facile conduttore di liquido per i nostri polmoni a questo punto mettiamo caso che dovesse succedere un anomalia nel nostro tuffo causato da un eccessivo prolungamento della permanenza in apnea, avverrebbe quanto scritto sopra cioè una “Samba” Pre-sincope con relativo riempimento dei polmoni d’acqua e per il soccorritore diventerà più difficile intervenire in caso di emergenza. Inoltre nel caso non dovessimo aver problemi durante l’immersione potrebbe capitare che, in superficie per lo sforzo causato in espirazione per lo svuotamento dello snorkel pieno d’acqua, possa comportare giramento di testa o samba dovuto a un calo repentino di O2.

Ora analizziamo l’immersione in sicurezza  senza Snorkel. Una volta pronti all’apnea inspiriamo ed estraiamo dalla bocca lo snorkel serrando le labbra, a questo punto nel caso dovessimo commettere un errore di permanenza in apnea avverrebbe lo stesso “malore” di “samba” citato nel caso precedente con una variante, non avendo lo snorkel in bocca la samba  avverrà comunque però, l’irrigidimento involontario farà serrare la mascella e di conseguenza chiuderà il passaggio d’acqua limitando o evitando completamente l’ingerimento d’acqua. In entrambi i casi in stato di samba, non avere lo snorkel in bocca comporta senz’altro dei benefici in termini di sicurezza, il vostro soccorritore potrà evitare di effettuare la manovra di svuotamento polmonare, dovrà semplicemente intervenire tempestivamente sfilandovi la maschera per una ripresa più veloce.

Nella subacquea esiste un immersione con ausilio di snorkel in immersione infatti, viene insegnato uno svuotamento per dislocamento cioè ci si immerge facendo snorkeling (non apnea profonda) e mentre stiamo per riemergere guardiamo verso l’alto in modo da portare lo snorkel all’indietro, si espira leggermente e quando portiamo il capo in posizione di partenza lo snorkel sarà vuoto. Comunque la si possa pensare, evitare di mantenere lo snorkel in bocca in fase di immersione è più sicuro e non comporta alcun sforzo o fastidio per chi lo mette in pratica.

A cura di Jimmy Muzzone