Intervista: Umberto Pelizzari

Ciao Umberto,
ovviamente non inizierò l’intervista chiedendoti: “parlaci di te” sei l’apneista più conosciuto e famoso al mondo. Con questa intervista vorrei che ci parlassi dell’attualità perché il tuo passato ormai è leggenda.

Vista la tua disponibilità vorrei approfittare chiedendoti un tuo parere sui nuovi record mondiali, secondo te fin dove si riuscirà a scendere in profondità? le quote che una volta erano un limite per l’uomo sono già state superate di gran lunga, cosa ne pensi?
Credo sia il frutto di allenamenti sempre più specifici e seri. Ormai l’apneista è un vero e proprio professionista sportivo, con tanto di preparatore atletico, staff medico, allenatore, etc…

Inoltre, si è arrivati a  questi incredibili risultati perchè l’apneista (a parte Herberth Nitsch, che ritengo essere il più forte apneista nella storia dell’apnea) è sempre più specializzato in una sola disciplina.

Herbert Nitsch che conosci bene ha dichiarato un no limits da -305 metri… il suo precedente di -214 m era già un traguardo incredibile, cosa ne pensi di questo nuovo tentativo di record?
Se lo dichiara significa che se lo sente.
Significa che questa nuova tecnica di compensazione, su di lui, ha dei limiti che sono ben più in là di quello che ci immaginiamo. E’ molto serio ed equilibrato. Credo che sarà un tuffo che passerà alla storia. Speriamo faccia tutto con serietà ed attenzione alla sicurezza, per evitare brutti incidenti.

Ormai sono anni che hai lasciato i record mondiali… non ti è mai venuta la voglia di riprendere, magari per proporre un record in una delle tue specialità?
Il mondo dei record mi è mancato moltissimo subito dopo che avevo smesso. In quel periodo mi alzavo ogni mattina e pensavo di rimettermi in allenamento per dei record. Adesso non ho più questa smania. Mi alleno sempre molto. Ho toccato quote anche superiori alle profondità dei miei record, ma non ho voglia di tornare a gareggiare. Anche perchè se dovessi tornare, i più forti apneisti in costante mi bastonerebbero di brutto!

Tu che hai girato il Mondo in lungo e in largo, puoi stilare una piccola classifica con i 5 posti più belli e suggestivi nel Mondo dove andare a tuffarsi in apnea?
Il mare che preferisco è il Mediterraneo.
Io adoro la Sardegna, nord della Sardegna e la Corsica. Sono affascinato anche dai banchi nel canale di Sicilia. Queste preferenze in mediterraneo derivano soprattutto dal fatto che mi piace la pesca subacquea. Altri spot particolari sono il Mar Rosso, se possibile lontano dalle solite destinazioni turistiche e le Bahamas

“Il sub si immerge per guardare, l’apneista per guardarsi dentro”, questa è una delle tue frasi più celebri. Tu cosa vedi dentro di te quando sei sul fondo del mare?
Tutto.
Andando sott’acqua in apnea riesco a vivere delle sensazioni che altrimenti in me non riesco a riprodurre. Senso di libertà, spensieratezza… spesso, quando arrivo sul fondo, mi fermo e aspetto: riesco a vivere una pace interiore unica. In queste condizioni mi rendo veramente conto di essere un privilegiato, e spesso mi ritrovo a pregare per ringraziare Dio di quello che mi ha fatto scoprire in acqua, in apnea.

Oltre ad essere un apneista sei anche un pescatore in apnea. Ti emoziona di più un tuffo a 50 metri  o sparare un dentice a 50 metri?
Sono due cose diverse.
I tuffi in apnea li affronti con la concentrazione di un tuffo ‘puro’, quindi vi è molto spazio per le sensazioni. Il tiro al dentice è un altro tipo di soddisfazione. E’ difficile dire se meglio o peggio. Sono due cose diverse.

Sei uno dei pochi che si prende l’incarico di dare una bella immagine del nostro sport al grande pubblico; tuttavia siamo sempre meno considerati dall’opinione pubblica. In questo senso cosa possiamo fare per far capire alla gente che “quel pesce messo in mostra nella foto con il pescatore” è il frutto di tanti sacrifici, ore di mare e passione?
Se ci troviamo in questa situazione è anche per colpa nostra.
Per tanti anni ce ne siamo sbattuti completamente delle regole: mattanze, pesce venduto, molto menefreghismo verso i problemi reali della pesca subacquea. Ognuno di noi badava al proprio orticello. Se chiudevano zone di mare lontano da noi, il problema non ci toccava.

Siamo sempre stati dei ‘cani sciolti’. Ognuno pensava solo a se! Ora che ci siamo accorti che le leggi sono sempre piu’ limitanti cerchiamo rimedio… ma ormai in molte zone è troppo tardi!

Organizziamoci, facciamo sentire la nostra voce. Cerchiamo almeno di salvare il salvabile. E speriamo che la federazione decida finalmente di intervenire presso gli enti competenti (ministeri, commissioni di lavoro, enti locali…) in modo vero e forte per salvare quelle poche zone dove ancora possiamo andare a pescare. Non solo a parole!

Otto anni fa a Città di Castello presenziai ad una conferenza sulla pesca subacquea. Si è parlato di tante cose, progetti, piani d’azione… lo scorso anno a Bologna, 7 anni dopo, sono state ripetute esattamente le stesse identiche cose. Ma cosa è stato fatto di pratico nel frattempo?!? Intanto in questi sette anni altre decine di progetti di parchi marini sono stati presentati… e noi (o meglio, chi ci dovrebbe rappresentare ) continua  a parlare!

La Francia ha abolito le gare di pesca in apnea, è forse questa la strada da seguire?
Io credo che le gare di pesca non tolgano e non diano nulla all’immagine della pesca subacquea.
Quello che mi dispiace è che non richiamino più tutta ta la gente che accompagnava le gare all’epoca di Mazzarri, Molteni, etc… questo mi spiace.

Mi spiace quando le premiazioni di certe gare vengono fatte negli scantinati degli hotel o nelle stanze del circolo che organizza. Bisogna farsi vedere. Bisogna andare in piazza, bisogna raccontare alla gente come quel pesce è stato pescato, i sacrifici, le difficoltà. La gente, se conosce queste cose, apprezza la pesca subacquea.

Che attrezzatura utilizzi abitualmente per la pesca?
Attrezzatura Cressi Sub.
Alcuni attrezzi, soprattutto i fucili, me li modifico.

Qual è il pesce piu’ grande che hai mai preso ? ti ricordi come l’hai catturato?
In mediterraneo, una ricciola di 43 chili.
Proprio davanti a Riolo, sul banco Scherchi, al largo della Sicilia.

Hai seguito il Mondiale in Croazia? Sei soddisfatto del nostro piazzamento?
Mi spiace che l’Italia non abbia vinto.
Però credo che abbiamo ottenuto un ottimo risultato. Sono felice per Daniel, il ragazzo croato che ha vinto, anche lui è del team Cressi. Per questo lo conosco. E’ davvero una bella persona, simpatica, umile. Oltre che chiaramente un ottimo pescatore.

Tornando a te, quali impegni ti aspettano prossimamente? Qualche partecipazione in tv?
In televisione ti dicono sempre tutto all’ultimo momento.
Sto aspettando delle risposte ma finchè non sono certe preferisco non parlarne. Per il resto continuo con i miei stage, conferenze, presentazioni, e… a pescare appena posso!

Grazie Umberto, alla prossima!

A cura di J. Muzzone